Vediamo in questo articolo quali sono le azioni permanenti. Nel precedente articolo abbiamo visto una panoramica generale sulle azioni sulle strutture (vedi Azioni sulle strutture: classificazione delle azioni).
Determinazione del valore caratteristico
Il valore caratteristico Fk dell’entità di un’azione permanente è il valore che ha la probabilità del 95% di non essere superato (percentile 0.95) ed è espresso dalla relazione:
Fk = Fm + Kn S
in cui Fm è la stima del valore medio, s è la stima della deviazione standard, kn è un coefficiente che dipende dal tipo di distribuzione probabilistica utilizzata e dal numero di saggi effettuati. La distribuzione statistica di ciascun carico permanente è determinata con opportune indagini su un numero sufficientemente grande di saggi. Nota la distribuzione statistica, si può procedere al calcolo del valore caratteristico.
Ad esempio, per valutare il peso caratteristico di un materiale da
costruzione occorre pesare un numero sufficientemente grande di campioni dello stesso materiale. I risultati così ottenuti saranno poi elaborati per arrivare al calcolo del valore caratteristico.
Azioni permanenti strutturali
Le azioni permanenti strutturali (pesi propri dei materiali strutturali) si valutano a partire dalle dimensioni degli elementi strutturali portanti, calcolandone il volume e moltiplicandolo per il corrispondente peso per unità di volume.
Nel metodo semiprobabilistico agli stati limite le dimensioni degli elementi strutturali sono assunte come grandezze note in senso deterministico. Per alcuni materiali le norme tecniche forniscono i valori caratteristici del peso per unità di volume da impiegare nell’analisi dei carichi. Alcuni valori sono riportati nella che segue e messi a confronto con il peso per unità di volume dell’acqua.
Materiale | Peso per unità di volume (kN/m3) |
Calcestruzzo | 24,00 |
Calcestruzzo armato | 25,00 |
Acciaio | 78,50 |
Alluminio | 27,00 |
Vetro | 25,00 |
Acqua | 9,81 |
Acqua di mare | 10,10 |
Azioni permanenti non strutturali
Le azioni permanenti non strutturali sono sempre presenti durante il normale esercizio della costruzione e sono originate dagli elementi non strutturali costituenti la costruzione, quali ad esempio tamponature esterne, divisori interni, massetti, isolamenti, pavimenti, rivestimenti delle
parteti e dei soffitti, intonaci, controsoffitti, impianti tecnici.
Tali carichi possono essere assenti solo in situazioni transitorie, come ad esempio nel caso di lavori di ristrutturazione e manutenzione
straordinaria.
I carichi permanenti non strutturali si valutano in genere sulla base dalle dimensioni degli elementi presenti (ad esempio tamponature, finiture, isolamenti), calcolandone il volume e moltiplicandolo per il corrispondente peso per unità di volume, quest’ultimo ottenuto facendo riferimento a
normative specifiche o altre fonti di comprovata attendibilità. In alternativa, ci si basa sulla documentazione tecnica fornita dal produttore degli elementi non strutturali in esame.
Un caso particolare è quello dei muri divisori interni di un edificio destinato ad abitazione. Questi potranno cambiare la loro posizione nel tempo (ad esempio ristrutturazioni e riorganizzazioni degli spazi interni) o non essere a priori noti al progettista delle strutture (ad esempio quando è lasciata la possibilità di organizzare gli spazi interni durante la costruzione). Per tali motivi il carico trasmesso dagli elementi divisori interni è assunto equivalente ad un carico distribuito sull’intero solaio. Solo i divisori interni con peso maggiore di quanto indicato in tabella devono essere considerati tenendo conto del loro effettivo posizionamento.
Peso proprio per unità di lunghezza del divisorio interno | Carico uniforme equivalente per unità di superficie g2k (kN/m2) |
G2 ≤ 1,00 kN/m | 0,40 |
1,00 < G2 ≤ 2,00 kN/m | 0,80 |
2,00 < G2 ≤ 3,00 kN/m | 1,20 |
3,00 < G2 ≤ 4,00 kN/m | 1,60 |
4,00 < G2 ≤ 5,00 kN/m | 2,00 |